Sostenitori dell’importanza di una comunicazione ecologica, abbiamo ispirato l’intero progetto all’approccio Media-Comunic-Azione, fondato da Zuleika Fusco, che promuove una qualità della vita attraverso il piacere e la necessità di un percorso di riscoperta personale volto all’integrazione degli aspetti maschili e femminili esistenti in ognuno di noi e alla facilitazione della relazione con il prossimo.
« Sorge l’esigenza oggi più che mai di rileggere ciò che sta accadendo a livello sociale partendo dall’esperienza personale […] Maschile e femminile non sono due aggettivi riferiti rispettivamente all’uomo e alla donna, ma due energie presenti in noi, due qualità dell’essere incarnate nei due emisferi che costituiscono il cervello. Il principio maschile, che rappresenta la nostra dimensione logica, come energia porta in noi la capacità di analizzare e di conoscere razionalmente. Nasce mitologicamente nel momento in cui l’essere umano si affranca dalla paura e si spinge fuori dalla caverna per esplorare il mondo. Non a caso il simbolo che lo rappresenta è il sole, la cui luce rende visibili e netti i contorni di tutte le cose. Il maschile è quindi conoscenza, misura ed evidenza, ordine e controllo, poiché nulla deve sfuggirgli, e quindi comporta il bisogno di stabilire confini e limiti certi, competitività e guerra, ma anche cameratismo, che sono qualità legate all’aspetto sociale della vita, disciplina e concretezza, abilità di fare, parola in cui il maschile trova perfetta realizzazione. Il suo elemento è il cielo, la verticalità che ispira alla trascendenza.
Il principio femminile in noi, dimensione analogica, è l’energia del sentire. Il simbolo corrispondente è, infatti, la luna, che nell’oscurità illumina lievemente, rendendo vaghi i contorni di tutte le cose, invita ad abbandonare il mondo delle evidenze e a richiudersi nella propria sfera intima. Porta come qualità l’emozionalità, l’intuizione, la creatività, il sogno, l’introspezione e la capacità di vedere oltre. Sa vivere nel caos. Se il maschile sprona all’esplorazione materiale, il femminile induce al viaggio interiore, alla profondità che implica il pericolo dell’abisso. Non ama limiti e confini. È esattamente l’opposto del controllo, la percezione della soglia che comporta il rischio del perdersi e della follia. Conosce il potere di dare la vita e di conseguenza può toglierla. Il suo elemento è la terra, che porta il dono della trasformazione, poiché è archetipicamente il grembo da cui tutto ha origine e che tutto raccoglie. La predisposizione al sentire induce il femminile a un rapporto magico con la sfera sessuale. Ama, infatti, in maniera fantasiosa, libera e tantrica. Non conosce tabù, ma si perde nella reciprocità del piacere. Questa attitudine destabilizza profondamente il maschile che ha bisogno di riferimenti solidi e cui non appartiene la sensualità, ma la sessualità, che ha piuttosto velleità prestative. Il maschile è infatti custode in noi dei valori tradizionali, che però il femminile trasmette. E, dato che tutto quello che costituisce il nostro mondo interiore trova riflesso all’esterno, a icona di ciò basterà evocare come esempio la famiglia patriarcale, in cui il padre rappresenta le regole, ma la madre le tramanda ai figli e insegna loro a rispettarle. Se la parola chiave del maschile è fare, quella del femminile è essere.
Conoscere i due principi che ci animano è un fatto sostanziale e alla base del nostro percorso evolutivo risiede l’obiettivo di integrarli. Un buon femminile è infatti l’ispirazione che induce il maschile a fare bene, cioè a concretizzare, poiché senza l’intuizione del femminile, l’azione del maschile non avrebbe capacità di perseguire mete, così come, senza il fare del maschile, il femminile resterebbe solo desiderio o intenzione. »
tratto da Viaggio nelle energie del femminile di Zuleika Fusco